Opificio Ciclope è un marchio creativo nato nel 1994 negli spazi del Link Project di Bologna. Da quasi 30 anni opera come azienda nella produzione di contenuti televisivi e pubblicitari, che vanno dalla produzione di documentari, cortometraggi in animazione, videoclip musicali, scenografie teatrali, advertising in generale: spot, carta stampata, siti web.

Di questi tre decenni conserviamo un archivio che si è accumulato attraverso le varie forme prima informali e infine societarie che abbiamo attraversato.

La documentazione è costituita da: master tape betacam sp, rulli super8, rulli 16mm, 35mm, vhs, hi8, minidv, dvcpro, cdrom, file di acquisizione e di montaggio, fascicoli, buste, documentazione fotografica, bozzetti grafici, illustrazioni originali, materiali tipografici, corrispondenza.

L’obiettivo dell’intervento ha l’ambizione di trasformare in un progetto editoriale i seguenti tre segmenti di archivio:

L’archivio aziendale vero e proprio di Opificio Ciclope, per il quale indichiamo sommariamente le tipologie categoriche
·produzioni relative agli spazi del Link Project
·produzione di documentari e serie per la televisione
·immagine coordinata di festival e rassegne
·comunicazione sindacale e documentazione del mondo del lavoro
·collaborazioni video installative nell’ambito del teatro e della performing art
·comunicazione pubblicitaria e promozionale
·realizzazione di siti web per marchi commerciali e istituzioni pubbliche

L’archivio relativo alla mostra VHS+
Opificio Ciclope ha curato  nel 2018-2019, in collaborazione con Silvia Grandi e Basmati Film, una mostra al Museo d’Arte Moderna di Bologna, dal titolo VHS+, dedicata alle produzione del quinquennio 1995/2000 di marchi collettivi di produzione audiovisiva, animazione sperimentale, vjing. Oltre ad Opificio Ciclope vennero proiettati lavori di Fluid Video Crew, Ogino Knauss, Sun WuKung, OtoLab a censire una stagione di esperimenti visivi non ancora mappata accademicamente. È questa la parte più sistematica del nostro archivio storico.
Vorremmo portare il materiale che costituì la mostra agli Standard IASA-TC 06.

Il Fondo Paolo Caredda
Paolo Caredda, scomparso nel 2018, autore Einaudi e ISBN, regista televisivo per MTV, Canal+, Sky Arte, ha condiviso quasi un ventennio di lavoro con il marchio Opificio Ciclope, sia come committente che come socio. Lascia un patrimonio di 7 documentari, 6 mini serie televisive, una decina di videoclip, la regia di due stagioni di un programma televisivo, due romanzi, una raccolta di racconti.
Oltre a voler consolidare i file audiovisivi, in parte salvaguardati da Grazia Grasso di CondominiumProd, vorremmo sistematizzare i materiali preparatori: soggetti, appunti, corrispondenza, bozzetti.
Pesa la responsabilità di essere gli unici soggetti ad avere contezza di questo materiale.

La forma di destinazione questi archivi è una piattaforma informatica di digital library, ispirata agli standard più recenti di accessibilità, inclusione e condivisione. Non solo un archivio riorganizzato per qualità di file e di metadata, ma anche un’offerta indicizzata di contenuti tematici e divulgativi, per offrire un contesto accessibile, ad esempio, attraverso lo strumento del podcast audio.

L’obiettivo finale è però la curatela redazionale della piattaforma informatica ove l’archivio, svolta una funzione attrattiva, sia la base di partenza per nuovi filoni tematici e soprattutto nuove collaborazioni.

I materiali che vogliamo archiviare attengono a una nicchia tutt’altro che mappata dalla cultura accademica, né censita, né sistematizzata. E’ uno strato di documenti che, tipicamente, acquisisce valore solo attraverso uno sguardo retrospettivo, molto spesso irrimediabilmente tardivo. Il successo, misurabile anche in termini di visitatori, della mostra VHS+ al Museo di Arte Moderna di Bologna lo dimostra.

Digitalizzazione di contenuti su nastro magnetico e pellicola; gonfiaggio da standard definition a 2k e 4k; scansione dei documenti cartacei a qualità tipografica; revisione dei matedati e organizzazione tassonomica dell’archivio del materiale girato, non ultimo, a fini commerciali (visto che esiste anche una domanda  per il footage licenziato). In questa prima fase siamo concentrati su queste priorità

La nostra intenzione è di essere il più possibile autonomi nella struttura di archiviazione e, per questo dotarci di un server proprietario.
Guardiamo con interesse al mondo recente che si sta affacciando a sostituire i classici servizi di terze parti a garantire sistemi di streaming e distribuzione di contenuti indipendenti e svincolati da capestri commerciali (il cosidetto ‘fediverso’ recentemente adottato anche dai canali ufficiali della Comunità Europea).

Pensiamo alla realizzazione di una piattaforma software, tramite prodotti digitali open source, adatta alla gestione di materiale grafico, audiovisivo, multimediale. La piattaforma lato front-end viene organizzata secondo standard elevati di accessibilità, con materiali anche in inglese, nell’ottica di diminuire il divario territoriale e quello con partner, committenti e utenti esteri.

Intendiamo una curatela redazionale forte della piattaforma informatica, ove l’archivio, svolta una funzione attrattiva, sia la base di partenza per nuovi filoni tematici e nuove collaborazioni: vorremmo partire dai nostri materiali per poi mettere la piattaforma al servizio di realtà con esperienza simile alla nostra, con obiettivo di aumentare la diffusione e la condivisione dei progetti rappresentati.

Vogliamo infine arrivare a una implementazione della piattaforma: partendo dai nostri contenuti e a quelli dei nostri simili con cui abbiamo già stabilito una complicità produttiva intendiamo arrivare, ambiziosamente, alla creazione di una redazione di un magazine online.

In una fase iniziale intendiamo una call to action rivolta alla comunità dei nostri contatti, attraverso
l’attivazione di un crowdfunding di cofinanziamento, della tipologia reward-based, indicando come ricompensa da un lato materiali d’archivio cartacei ormai introvabili, ma soprattutto la partecipazione a serate di proiezioni organizzate tematicamente del nostro archivio audiovisivo, grazie al supporto del circuito AICS e di singole associazioni culturali tra cui Associazione La Luna, gestrice di un resiliente cinema nell’appenino modenese, a Palagano, nell’ottica del potenziamento di attività culturali nelle zone montane e dell’interno.

Sempre in questa fase iniziale pensiamo alla creazione di una newsletter mensile a pagamento tramite la divulgazione di materiali d’archivio nostri o dei nostri partner storici, o di materiali non più coperti da copyright, alla ricerca di nuovi format narrativi per i materiali storici e contemporanei di imprese culturali e creative non ancora rilevate.

Negli ultimi anni molte forme di editoria (cartacea, audiovisiva) si è rivolta a modelli distributivi che una volta erano appannaggio dello spettacolo musicale. Il riferimento è alla divulgazione in presenza, all’incontro con l’autore, un format certamente adatto a piccole realtà autoriali, cui corrisponde l’esistenza di un circuito cinematografico presente almeno in ogni capoluogo di regione, oltre che internazionale. La divulgazione del nostro archvio, segmentato e tematizzato si rivolge, in presenza, a queste realtà.

Il nostro ultimo documentario, This is Bologna, presentato al Biografilm Film Festival (di cui è stato il film con il maggiore numero di spettatori), si occupava di raccontare a partire da un contesto estremamente locale e per questo coinvolgente, un catalogo di comunità in via di estinzione. Vogliamo continuare questo modello di racconto e declinarlo per altre città italiane. Il nostro accento è quindi sulla valorizzazione dell’archivio come memoria di comunità.

L’ambizione, non poca, è però anche un’altra: fare in modo che all’archivio venga accostato una selezione redazionale di materiali confezionati con lo spirito che in passato ha contraddistinto l’identità della rivista periodica, una wunderkammer di audiovisivi. Intendiamo questa sezione come un’offerta basata su abbonamento, quindi fonte di finanziamento per la piattaforma

Il cronoprogramma
1° anno
Realizzazione piattaforma.
Acquisizione e restauro archivio Opificio.
Creazione di 4 tematizzazioni del nostro archivio, destinati alla distribuzione dei cinema indipendenti.
Primi 4 numeri piattaforma/rivista.
Assunzione di una persona.

2° anno
Implementazione piattaforma.
Inizio acquisizione altri archivi.
Altre 4 tematizzazioni del nostro archivio, destinati alla distribuzione dei cinema indipendenti.
Altri 4 numeri piattaforma/rivista, inizio della fase ad abbonamento.
Assunzione di due persone

3° anno
Messa a regime della struttura redazionale.
Consolidamento piattaforma.
Creazioni di contenuti originali che contribuiscano alla sezione abbonati.
Includere nel format destinato alla distribuzione indipendente altri autori.