Un documentario in dieci episodi, selezionato al Biografilm Film Festival.
Prime proiezioni: Mercoledì 14 Giugno e Sabato 27 Giugno 2023
This is Bologna è un film in dieci episodi, di lunghezza variabile tra i cinque e i dieci minuti, scritto e prodotto dal marchio collettivo Opificio Ciclope, in collaborazione con Bofilm e con il sostegno della Film Commission della Regione Emilia-Romagna. O, volendo, This is Bologna è un racconto in dieci capitoli, un Mondo Movie a chilometro zero, un decamerone in salsa felsinea. La protagonista è Bologna, una città che sta cambiando e che viene raccontata attraverso i ritratti di personaggi un po’ nerd, freak, ossessionati, prossimi a scomparire, mentre altri ne compaiono all’orizzonte. C’è l’italocanadese che si riscopre archeologa scavando una cantina in via Fondazza, i barbieri ottuagenari, trendsetter negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, quando le chiome si scolpivano a colpi di rasoio, i frequentatori del Cinema Excelsior, uno degli ultimi a luci rosse, coi loro rituali, le loro manie, il loro organizzarsi la platea; c’è il Lupin dei borseggiatori all’assalto dei trenini turistici e il prestidigitatore Mr Shadow, con gli altri radioamatori alla conquista dell’etere; ci sono gli eredi del pallone col bracciale, celebrato fino al 1946 nell’arena popolare dello Sferisterio, i fanatici del vhs, cinedipendenti radunati attorno alla mecca del video noleggio; c’è la tribù che abita il villaggio nel roveto dei Prati di Caprara, gli irriducibili del punk al bancone del Freakout club, gli insonni viaggiatori della linea notturna 61. Con loro curiosiamo ai margini della città, lontano dai luoghi più celebrati e dai fatti storici noti e acclarati, raccogliendo ritratti di aspetti minori della città prossimi a scomparire, quel che stiamo osservando per l’ultima volta senza saperlo, microstorie che oscillano dal documento storico al ricordo intimo, dalla ricostruzione al mito, dalla curiosità alla clamorosa balla. Un ritratto pop e affollato di videografica, animazione, tecnica mista. Un omaggio divertito a quel Mondo cane di Jacopetti e Prosperi che nel 1962 inauguró il genere dei documentari sensazionalistici – i Mondo Movie – quelli che censivano usanze assurde, talvolta del tutto false, da un capo all’altro del mondo. This is Bologna, come Mondo cane, sfida la categoria del verosimile e lo fa con quello stesso forbito racconto fuoricampo, affidato alla voce di Olga Durano, che snocciola fatti poco noti, nozioni, arcaismi e dicerie. This is Bologna, infine, è un format infinitamente replicabile, uno schema di racconto rispetto al quale Bologna rappresenta solo il primo capitolo.
TRAILER
NOTE DI REGIA
Mondi che scompaiono. Ritratti di comunità urbane e suburbane.
Comunità in via di estinzione o nuove comunità in formazione.
Bologna è un posto bizzarro. Tuttavia, al di fuori dei suoi confini è la barbarie.
La vecchia città è assediata da una nuova savana.
Homeless, nomadi, turisti, fricchettoni non sono che l’avanguardia di una nuova cittadinanza. Gli antenati di re futuri.
Questo film è come un ritratto di spalle, una fisionomia sfuocata, notturna.
Eviteremo accuratamente di mostrare grandi monumenti, personaggi illustri e fatti di provata portata storica.
E’ un ritratto che procede invece per frammenti minori, cittadini anonimi, intrusi. Balle.
LOCANDINA
CREDITI
THIS IS BOLOGNA (ITA/2023- 75minuti)
Scritto, diretto, ripreso, animato e montato da Opificio Ciclope
Voce narrante di Olga Durano
Produttrice esecutiva Serena Gramizzi per Bofilm
Musiche originali di Bartolomeo Sailer
MANIFESTO
IL WEBSITE DEDICATO[CLICK]
GLI EPISODI
I cippi di via Fondazza – 5’10”
Nel 1985, lavorando attorno a qualche grosso tubo, la benna di una ruspa sfiorò due Dèi sepolti, messi a dormire, deposti sotto l’asfalto di via Fondazza. I due cippi che ora sono all’ingresso del museo archeologico erano essi stessi divinità; paragonabili ai Termini romani segnavano la fine e l’inizio della città: nè di Bologna nè della Bononia romana, erano divinità della Velzna etrusca.
Le città cambiano nome, Dèi e genti
Barbieri – 6’40”
Antichi come il fuoco, virili come il Dio Marte, gente che ha imparato il mestiere su una nave, in una caserma, in riformatorio.
Il barbiere propriamente detto è un mestiere che sta cambiando riti e preghiere di fronte ai nostri occhi, assistiamo alle ultime liturgie. Ne arriveranno e ne sono arrivati di nuovi, dall’industan, dal magrehb, ma per un attimo concentriamoci sulla residua generazione di barbieri bolognesi.
Oggi hanno tra i settacinque e gli ottantacinque anni, facciamo un po’ di aritmetica, vuol dire aver avuto 20 anni durante i Sessanta, 30 nei Settanta, 40 negli Ottanta; come si dice a Bologna “aver visto un bel mondo”.
Cinema Excelsior – 10’10”
In Italia nel 2020 erano rimasti solo 31 cinema porno: avverano la profezia che fece Ferreri nel suo ultimo film prima di morire; le sale cinematografiche, disse, sono destinate a diventare dark room.
Questo si fa nei cinema porno: masturbazione, talvolta reciproca, sesso orale, magari persino qualcosa oltre, finchè non arriva un questore a dare un fermo amministrativo da 15 giorni.
Dei 31 cinema porno italiani, due erano a bologna: il Corallo e l’Excelsior.
Trenini turistici- 6’50”
Una città dai modi discreti, orgogliosa ed operosa, resa autorevole dalla presenza millenaria di un’università, modesta, vetusta, medievale.
Questa era Bologna, fino a lunedì 27 ottobre 2008.
130 persone scendono da un Boeing 737-800 partito in mattinata da Birmingham.
Sono i primi passeggeri di un volo Ryanair per Bologna, avanguardia e testa di ponte di un esercito invasore, inizio di un’era che dura fino ad oggi, L’Era del Turista.
Onde radio – 8’20”
Qui, nella città che fu di Marconi, è possibile esercitare il diritto d’antenna, la libera arte della trasmissione di un segnale. Viene praticata da associazioni di radioamatori, congreghe senili di nerd, gruppi carbonari spesso costituiti da ingegneri in pensione cui non manca una certa verve agonistica.
Ad altri piace solo ascoltare, ascoltare qualsiasi cosa: volanti della polizia, torri di aeroporti, camionisti loquaci, guardie giurate, radio taxi.
Sferisterio – 5’ 40”
In un giorno del 1946 venne giocata per l’ultima volta una partita a Pallone Toscano, uno sport che fu popolare per quattro secoli. Ora estinto per sempre.
Per il Pallone venne edificato lo Sferisterio, centrale, lungo più di cento metri, promessa di spalti urlanti.
Venne riconvertito a padiglione fieristico, campo di pallacanestro, campo di pallavolo, ring di boxe, chiuso e riaperto più volte.
Ora ospita squadre giovanili, divise in tre campi: basket, volley e pattinaggio su rotelle.
I Prati di Caprara – 8’26”
Piccoli villaggi vengono fondati dove esistono terreni senza umani: lungo le ferrovie, al riparo dei viadotti, sui bordi dei fiumi. Un perenne mandala urbano vede apparire e cancellare questi embrioni preistorici di civiltà, ogni anno si dà annuncio degli sgomberi delle baracche, via Agucchi, via del Triumvirato, prati di Caprara, via Fattori, via del Lazzaretto. Nuovi paesi sorgono, seguendo le intuiizioni dei nostri avi, vicino all’acqua, lontano dalle vie di transito, dove il terreno pianeggiante lo consente. Tele cerate, offerte di Decathlon, cellophane e aste di pvc sono i materiali di costruzione.
La prossima Bologna potrebbe nascere da qui, dal sinecismo delle baracche lungo il fiume Reno, a imitazione dell’Urbe.
Mondo VHS – 7’39”
Nascono a metà degli anni Zero i distributori di VHS, per poi essere riconvertiti in noleggi automatici per DVD e BlueRay o, infine, sparire nell’arco di dieci anni.
A Bend, Oregon è rimasto l’ultimo negozio Blockbuster del mondo; è ancora possibile noleggiare film in VHS, comprare pop corn per i microonde, tornare a casa con una tazza celebrativa.
Qui a Bologna non abbiamo l’ultimo Blockbuster, abbiamo Balboni.
In attività da trenta anni il videonoleggio Balboni continua a prosperare e, sì, continua a noleggiare anche videocassette VHS, diecimila titoli.
Un drugstore per gli ultimi tossicomani di film altrimenti introvabili, edizioni rare, doppiaggi specifici.
Freakout club – 7’00”
Dopo aver imboccato una scala che pochi conoscono, in cima ad un calvalcavia, quindi essere passati sotto un ponte non illuminato e aver costeggiato un cantiere, nascosto tra i binari ci appare un edificio di mediocre architettura, già sede di un ufficio amministrativo per un deposito di patate; al piano terra, il FreakOut Club.
Iniziamo dall’elenco dei vicini: le abbandonate rovine di quella che fu la capitale dell’impero di Cesare Ragazzi, un locale di preghiera per musulmani pakistani, un club privé per scambisti; infine, appunto il FreakOut Club.
E’ un posto senza fronzoli: niente riscaldamento, un bagno per tutti, birra in lattina, un neon alla porta. Nessuna possibile mondanità, poche chiacchere all’ingresso e all’uscita, solo concerti.
Duecentocinquanta concerti in un anno. Più di millecinquecento concerti negli ultimi 5 anni.
Il FreakOut, praticamente, è aperto sempre.
Linea 61 – 4’55”
Né la neve, né la pioggia, né il caldo, né l’oscurità della notte, fermano queste corriere dal completare i giri previsti. Affidabile, il trasporto pubblico di Bologna, rispettabile la puntualità: gli autobus a Bologna non si fermano mai, nemmeno la notte.
Le linee 61 e 62 si occupano di percorrere un arzigogolato tragitto, tortuoso ma efficace nel non lasciare isolato nessun quartiere benché periferico.
Partono e arrivano da due grandi cattedrali, agli opposti margini della città: il deposito Battindarno e la rimessa Due Madonne. È un viaggio senza alternative per molte persone: gli ultimi lavoratori della notte,i primi lavoratori dell’alba, gli studenti squattrinati in uscita dai locali. È un rifugio caldo per i senzatetto, una benefica frescura per gli ubriachi, il night express dei malinconici.
Bologna, giugno 2023
FOTOBUSTA
L’Ufficio stampa
Vincenzo Branà per Opificio Ciclope