Cen
tro
stu
di
Fra
tel
lan
za
Co
smi
ca
Con il numero di catalogo 16903A tra un LP di Peter Frampton e uno dei Jethro Tull la divisione spagnola dell’etichetta discografica Ariola pubblica nel 1976 un 45 giri di un autore siciliano, non lasciandosi fermare né dalla pessima qualità della registrazione né dai titoli; qui notiamo il lato B: “Il passo glorioso di Cristo, parte seconda”.
Grazie ad uno dei tanti organi elettrici Farfisa Partner o Yamaha Electone allineati nei salotti italiani di fianco al mobile bar, abbiamo la fortuna oggi di ascoltare una registrazione rilevante di un un genere talvolta definito come #contacteemusic, musica dei contattati. La copertina ci avverte infatti che l’autore formale è solo un tramite: “sus manos se mueven al dictado y por syntonia con un ser extraterrestre de nombre Adoniensis que pertenence a la quinta dimension“.
Altre foto ci mostrano il tramite terrestre di queste armonie, in compagnia dell’organo Farfisa, del mobile bar e del resto della famiglia, tutti vestiti in attillati pigiamini spaziali con le insegne dell’associazione Fratellanza Cosmica.
Stiamo parlando di Eugenio Siragusa e qui non proviamo nemmeno a riassumerne la popolarità. È stato, fidatevi, il più famoso contattato italiano, il nostro George Adamski, ha dialogato con gli alieni dal 1952 fino all’anno della sua morte nel 2006; ne è stato tramite, confidente, e ambasciatore ed è una personalità di primo piano per chi si occupoa di ufologia, un pioniere, un capostipite, per molti un maestro e una guida spirituale. Adoniensis, Hoara e Woodok dell’astronave Crystal Bell, Maclero dell’astronave Olimpia, l’entità detta “l’Annunciatore” e quella detta “il Consolatore” e la coppia aliena Ithacar e Ashtar Sheran sono alcune delle personalità extraterrestri che si sono messe in contatto con Eugenio Siragusa, classe 1919, nato a Catania, impiegato del dazio doganale. Ashtar Sheran, in particolare si era già messo in contatto con lo stesso Adamski e poi con altri. Fa parte della tipologia aliena detta dei nordici: occhi chiari, lunghi capelli biondi, silouhette filiforme, modi aristocratici, una certa effeminatezza. Col tempo i nordici lasceranno il campo ad altri sincretismi, sempre più messianici. Gli esseri benevoli che vengono dall’alto, infinitamente più perfetti degli uomini, nei racconti di Siragusa si sovrapporranno prima ad angeli dell’antico testamento e infine direttamente a Gesù Cristo e la Madonna. Ecco la svolta tutta italiana che l’ufologia registra con Siragusa: non c’è conflitto tra il Salvatore e gli alieni, gli ammonimenti degli uni sono quelli dell’altro: l’uomo deve evolversi, aspirare ad una dimensione salvifica e purificata, sempre più eterea, sempre meno materiale, pena il disordine e le piaghe, per usare le parole di Siragusa, l’Harbar.
Il sacrificio spirituale di questo bodisatthva siciliano però non ebbe presa tra i suoi discepoli più prossimi: l’eredità di Siragusa è ora contesa in un labirinto di sigle e di associazioni: Non siamo soli, centro studi Eugenio Siragusa, nuovo centro studi Eugenio Siragiusa, Fratellanza Cosmica, Pesolex.
Il suo lascito è conteso in diversi luoghi: una ridda di ammiratori centro e sud americani, ognuno con la propria sigla; la colonna marchigiana dei fratelli Vitulli, Vito e Giuseppe, rispettivamente compositore di droni cosmici e pittore di alieni nordici; la colonna sicula dei fratelli Bongiovanni, già luogo di nascita dell’erede infine sconfessato Giorgio Bongiovanni. Poco interessanti i pdf delle querele che le due fazioni si lanciano dalle pagine dei rispettivi siti. Interessante e francamente non completamente spiegabile la perdurante popolarità del culto di Siragusa a vent’anni dalla morte, una devozione che si è insinuata in ogni angolo di internet, ad eccezione, ad oggi, della refrattaria wikipedia. Qualcosa nella formula di Siragusa ha funzionato evidentemente con grande anticipo sui tempi: la febbre del dopoguerra per gli UFO, gli ultimatum alla terra dei saggi alieni, la necessità di una nuova era spirituale, le conferme della benevolenza aliena nascosta nelle sacre scritture e infine l’identificazione tra presenze extraterrestri e messianiche.
In questo contesto non stupisce l’ispirazione del tutto spaziale che ha portato alla costruzione del Santuario della Lacrimazione a Siracusa. Un’astronave alta 100 metri di tensione verso l’alto, linee più adatte all’ingegneria aerospaziale che all’architettura religiosa, una presenza essa stessa aliena in un contesto di campi coltivati a carciofi e carote. Forse da questo punto della Sicila è possibile finalmente raggiungere lo spazio.
La scheda di Discogs
su Eugenio Siragusa
Ben 14 (quattordici!) tracce musicali
di Eugenio Siragusa
dal sito Pesolex
La pagina Facebook di
Vito Vitulli
L’articolo di Ivan Carozzi, il Tascabile
riguardo al culto di Ashtar Sheran
la pagina Facebook di
Filippo Bongiovanni
L’attuale sede del
Centro Studi Eugenio siragusa
a Floridia (SR)
Centro studi Fratellanza Cosmica 
Con il numero di catalogo 16903A tra un LP di Peter Frampton e uno dei Jethro Tull la divisione spagnola dell’etichetta discografica Ariola pubblica nel 1976 un 45 giri di un autore siciliano, non lasciandosi fermare né dalla pessima qualità della registrazione né dai titoli; qui notiamo il lato B: “Il passo glorioso di Cristo, parte seconda”.
Grazie ad uno dei tanti organi elettrici Farfisa Partner o Yamaha Electone allineati nei salotti italiani di fianco al mobile bar, abbiamo la fortuna oggi di ascoltare una registrazione rilevante di un un genere talvolta definito come #contacteemusic, musica dei contattati. La copertina ci avverte infatti che l’autore formale è solo un tramite: “sus manos se mueven al dictado y por syntonia con un ser extraterrestre de nombre Adoniensis que pertenence a la quinta dimension“.
Altre foto ci mostrano il tramite terrestre di queste armonie, in compagnia dell’organo Farfisa, del mobile bar e del resto della famiglia, tutti vestiti in attillati pigiamini spaziali con le insegne dell’associazione Fratellanza Cosmica.
Stiamo parlando di Eugenio Siragusa e qui non proviamo nemmeno a riassumerne la popolarità. È stato, fidatevi, il più famoso contattato italiano, il nostro George Adamski, ha dialogato con gli alieni dal 1952 fino all’anno della sua morte nel 2006; ne è stato tramite, confidente, e ambasciatore ed è una personalità di primo piano per chi si occupoa di ufologia, un pioniere, un capostipite, per molti un maestro e una guida spirituale. Adoniensis, Hoara e Woodok dell’astronave Crystal Bell, Maclero dell’astronave Olimpia, l’entità detta “l’Annunciatore” e quella detta “il Consolatore” e la coppia aliena Ithacar e Ashtar Sheran sono alcune delle personalità extraterrestri che si sono messe in contatto con Eugenio Siragusa, classe 1919, nato a Catania, impiegato del dazio doganale. Ashtar Sheran, in particolare si era già messo in contatto con lo stesso Adamski e poi con altri. Fa parte della tipologia aliena detta dei nordici: occhi chiari, lunghi capelli biondi, silouhette filiforme, modi aristocratici, una certa effeminatezza. Col tempo i nordici lasceranno il campo ad altri sincretismi, sempre più messianici. Gli esseri benevoli che vengono dall’alto, infinitamente più perfetti degli uomini, nei racconti di Siragusa si sovrapporranno prima ad angeli dell’antico testamento e infine direttamente a Gesù Cristo e la Madonna. Ecco la svolta tutta italiana che l’ufologia registra con Siragusa: non c’è conflitto tra il Salvatore e gli alieni, gli ammonimenti degli uni sono quelli dell’altro: l’uomo deve evolversi, aspirare ad una dimensione salvifica e purificata, sempre più eterea, sempre meno materiale, pena il disordine e le piaghe, per usare le parole di Siragusa, l’Harbar.
Il sacrificio spirituale di questo bodisatthva siciliano però non ebbe presa tra i suoi discepoli più prossimi: l’eredità di Siragusa è ora contesa in un labirinto di sigle e di associazioni: Non siamo soli, centro studi Eugenio Siragusa, nuovo centro studi Eugenio Siragiusa, Fratellanza Cosmica, Pesolex.
Il suo lascito è conteso in diversi luoghi: una ridda di ammiratori centro e sud americani, ognuno con la propria sigla; la colonna marchigiana dei fratelli Vitulli, Vito e Giuseppe, rispettivamente compositore di droni cosmici e pittore di alieni nordici; la colonna sicula dei fratelli Bongiovanni, già luogo di nascita dell’erede infine sconfessato Giorgio Bongiovanni. Poco interessanti i pdf delle querele che le due fazioni si lanciano dalle pagine dei rispettivi siti. Interessante e francamente non completamente spiegabile la perdurante popolarità del culto di Siragusa a vent’anni dalla morte, una devozione che si è insinuata in ogni angolo di internet, ad eccezione, ad oggi, della refrattaria wikipedia. Qualcosa nella formula di Siragusa ha funzionato evidentemente con grande anticipo sui tempi: la febbre del dopoguerra per gli UFO, gli ultimatum alla terra dei saggi alieni, la necessità di una nuova era spirituale, le conferme della benevolenza aliena nascosta nelle sacre scritture e infine l’identificazione tra presenze extraterrestri e messianiche.
In questo contesto non stupisce l’ispirazione del tutto spaziale che ha portato alla costruzione del Santuario della Lacrimazione a Siracusa. Un’astronave alta 100 metri di tensione verso l’alto, linee più adatte all’ingegneria aerospaziale che all’architettura religiosa, una presenza essa stessa aliena in un contesto di campi coltivati a carciofi e carote. Forse da questo punto della Sicila è possibile finalmente raggiungere lo spazio.