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Viadotti, dighe, superstrade, case di riposo, ospedali, caserme, svincoli, bretelle, ponti, moli, scuole, palestre, piscine, velodromi, palazzetti dello sport.
L’elenco di opere pubbliche incompiute in Sicilia rimarrà sempre incompleto. Impossibile mapparle tutte.
Alterazioni Video iniziò a redarre questo doveroso catalogo una quindicina di anni fa.
Il volume. Il documentario. Le cartoline.
Oggi il libro, più volte recensito da Domus, ha mutato il suo stato da pubblicazione situazionista a libro d’arte, certificato, collezionato.
Ogni tanto il Gabibbo piuttosto che qualche meschina inchiesta televisiva ne deruba mappe e informazioni,
propinandoci opinioni che maturano e marciscono sui nostri divani. Opinioni tra il banale e lo sbagliato.
Denunciano con retorico moralismo privo di sguardo poetico questi manufatti cementizi come simbolo di spreco e malamministrazione.
Stolti.
Incompiuto è un’archeologia del presente
Queste opere nascono già come rovina, nuove e antica al tempo stesso, sono rovine in calcestruzzo che non sfigurano accanto a quelle classiche quali Selinunte o Segesta.
Scarne, brutali, austere, spartane, nude. Essenziali. Bellezza pura della forma. Idee platoniche.
Nel dolce paesaggio siciliano si inseriscono con la grazia brutale di monoliti alieni o antiche civiltà del futuro.
Zaxxon e i Garubara. Kolosimo, Nasca.
Solo gli sciocchi, i benpensanti, i paladini della midcult e del kitsch, possono scambiare questi doni divini per ecomostri da abbattere, sono favolose opere di land art.
Installazioni che se opportunamente valorizzate, gloriosamente illuminate, autorevolmente ribadite da percorsi ciloturistici e merchandise potrebbero essere una miracolosa risorsa turistica per l’isola.
Ora, immaginiamo la Gita.
Una Scuola Internazionale di Ginevra frequentata dai rampolli dei manager dell’industria farmaceutica e dai figli del corpo diplomatico delle Nazioni Unite, organizza viaggi in Sicilia per i suoi studenti dell’ultimo anno. Tra le varie attività formativo-didattiche proposte (oltre alle cooking class, al corso di acquerello o di diving) propone la Gita alle più celebri opere incompiute della Sicilia: la diga di Pietrarosa, gli accropodi di Sant’Agata, il centro sportivo di Camporotondo Etneo.
Il torpedone, il pranzo al sacco, l’acquisto di souvenir, i selfie.
Alessio e Salvatore, le due guide specializzate e autorizzate alla visita di questi luoghi, intimano ai ragazzi che è severamente vietato scrivere sul cemento.
Incompiuto siciliano 
Viadotti, dighe, superstrade, case di riposo, ospedali, caserme, svincoli, bretelle, ponti, moli, scuole, palestre, piscine, velodromi, palazzetti dello sport.
L’elenco di opere pubbliche incompiute in Sicilia rimarrà sempre incompleto. Impossibile mapparle tutte.
Alterazioni Video iniziò a redarre questo doveroso catalogo una quindicina di anni fa.
Il volume. Il documentario. Le cartoline.
Oggi il libro, più volte recensito da Domus, ha mutato il suo stato da pubblicazione situazionista a libro d’arte, certificato, collezionato.
Ogni tanto il Gabibbo piuttosto che qualche meschina inchiesta televisiva ne deruba mappe e informazioni,
propinandoci opinioni che maturano e marciscono sui nostri divani. Opinioni tra il banale e lo sbagliato.
Denunciano con retorico moralismo privo di sguardo poetico questi manufatti cementizi come simbolo di spreco e malamministrazione.
Stolti.
Incompiuto è un’archeologia del presente
Queste opere nascono già come rovina, nuove e antica al tempo stesso, sono rovine in calcestruzzo che non sfigurano accanto a quelle classiche quali Selinunte o Segesta.
Scarne, brutali, austere, spartane, nude. Essenziali. Bellezza pura della forma. Idee platoniche.
Nel dolce paesaggio siciliano si inseriscono con la grazia brutale di monoliti alieni o antiche civiltà del futuro.
Zaxxon e i Garubara. Kolosimo, Nasca.
Solo gli sciocchi, i benpensanti, i paladini della midcult e del kitsch, possono scambiare questi doni divini per ecomostri da abbattere, sono favolose opere di land art.
Installazioni che se opportunamente valorizzate, gloriosamente illuminate, autorevolmente ribadite da percorsi ciloturistici e merchandise potrebbero essere una miracolosa risorsa turistica per l’isola.
Ora, immaginiamo la Gita.
Una Scuola Internazionale di Ginevra frequentata dai rampolli dei manager dell’industria farmaceutica e dai figli del corpo diplomatico delle Nazioni Unite, organizza viaggi in Sicilia per i suoi studenti dell’ultimo anno. Tra le varie attività formativo-didattiche proposte (oltre alle cooking class, al corso di acquerello o di diving) propone la Gita alle più celebri opere incompiute della Sicilia: la diga di Pietrarosa, gli accropodi di Sant’Agata, il centro sportivo di Camporotondo Etneo.
Il torpedone, il pranzo al sacco, l’acquisto di souvenir, i selfie.
Alessio e Salvatore, le due guide specializzate e autorizzate alla visita di questi luoghi, intimano ai ragazzi che è severamente vietato scrivere sul cemento.